Con nota n. 862/2024 l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha fornito alcuni chiarimenti circa le modalità e le tempistiche relative all’esercizio del potere di revoca delle dimissioni rassegnate durante il periodo di lavoro protetto e convalidate dall’Ispettorato ai sensi dell’art. 55, co. 4, d.lgs. n. 151/2001.
Come è noto, e come si rammenta nella nota, nelle ipotesi di dimissioni volontarie di genitori lavoratori con figli minori di 3 anni, il legislatore ha subordinato l’efficacia delle dimissioni alla convalida delle stesse da parte dell’Ispettorato territoriale del lavoro, al fine di verificare che l’atto sia genuino e frutto di una libera scelta del genitore e non, al contrario, imposto dal datore di lavoro per ragioni riguardanti la situazione familiare dell’interessato.
Il d.lgs. n. 151/2001 citato non dice nulla, però, in ordine alla revoca delle dimissioni rassegnate durante il periodo protetto, né risulta applicabile quanto previsto per le dimissioni presentate in via telematica (cfr. art. 26, commi 1 e 2, del D.lgs. n. 151/2015 secondo il quale “al di fuori delle ipotesi di cui all'articolo 55, comma 4, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro sono fatte, a pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche (…) Entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo di cui al comma 1 il lavoratore ha la facoltà di revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità”).
Nel caso di cui all’art. 55 citato, l’efficacia delle dimissioni, che costituiscono pacificamente un atto unilaterale recettizio, viene sospensivamente condizionata al provvedimento di convalida dell’Ispettorato territorialmente competente.
Pertanto, nulla osta a che le dimissioni siano oggetto di revoca in un momento antecedente alla loro efficacia – e dunque prima dell’emanazione del provvedimento di convalida – oppure in un momento successivo alla convalida ma antecedente alla decorrenza delle dimissioni stesse e quindi alla risoluzione del rapporto.
In ogni caso, si precisa nella nota, anche la revoca delle dimissioni richiede un esame istruttorio da parte dell’Ispettorato che, valutata attentamente la fondatezza delle motivazioni addotte, provvederà all’annullamento del relativo provvedimento, e potrà programmare gli eventuali accertamenti ispettivi a tutela della lavoratrice/del lavoratore interessati, qualora si ritenga che nei confronti degli stessi possano essere stati adottati comportamenti datoriali discriminatori o comunque illeciti.
Laddove, invece, le dimissioni presentate siano state regolarmente convalidate all’esito della verifica della genuinità della scelta compiuta dalla lavoratrice/lavoratore e abbiano prodotto l’effetto della risoluzione del rapporto di lavoro, le stesse non potranno più essere oggetto di revoca unilaterale da parte dell’istante e il rapporto di lavoro potrà riprendere unicamente con il consenso del datore di lavoro.
Qui il testo integrale della nota.