I messaggi whatsapp e gli sms sono prove documentali?

Maria Santina Panarella
12 Febbraio 2025

I messaggi whatsapp e gli sms conservati nella memoria di un telefono cellulare sono utilizzabili quale prova documentale e, dunque, possono essere legittimamente acquisiti mediante la mera riproduzione fotografica. Ne consegue che sono pienamente utilizzabili i messaggi estrapolati da una chat di whatsapp mediante copia dei relativi screenshot, tenuto conto del riscontro della provenienza e attendibilità della stessa. Lo ha sottolineato la Corte di Cassazione (ord. n. 1254/2025) nell’ambito di un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo.

In tale occasione, la Suprema Corte ha anche rammentato che, in tema di efficacia probatoria dei documenti informatici, il messaggio di posta elettronica (l’e-mail) – al quale sono ricondotti anche i messaggi whatsapp – costituisce un documento elettronico che contiene la rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti che, “seppure privo di firma, rientra tra le riproduzioni informatiche e le rappresentazioni meccaniche di cui all’articolo 2712 c.c. e, pertanto, forma piena prova dei fatti e delle cose rappresentate se colui contro il quale viene prodotto non ne disconosca la conformità ai fatti o alle cose medesime”. E questo, “pur non avendo l’efficacia della scrittura privata prevista dall’arte. 2702 c.c.”.

Nel caso di specie – si legge nell’ordinanza – il ricorrente aveva contestato principalmente l’utilizzabilità processuale del documento in sé, piuttosto che la natura artefatta del suo contenuto.

La Cassazione ha comunque precisato che, nella vicenda esaminata, il messaggio aveva costituito (solo) un elemento indiziario utilizzato per suffragare l’attendibilità della testimonianza resa da un teste.

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