Riparazioni più facili e vantaggiose per i consumatori: questo è il messaggio contenuto nel comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale.
Con 584 voti favorevoli, 3 contrari e 14 astensioni, il testo della direttiva sul nuovo diritto alla riparazione è stato approvato dal Parlamento Europeo lo scorso 23 aprile 2024.
L’iniziativa del right to repair si inserisce senz’altro nell’ambito della cd. transizione verde ed intende promuovere un consumo più sostenibile, oltre a migliorare il funzionamento del mercato interno.
Vediamo quali saranno le principali novità.
Il diritto alla riparazione (e l’obbligo del produttore)
I produttori saranno obbligati a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici.
Una volta scaduta la garanzia legale, il produttore sarà comunque tenuto a intervenire sui prodotti domestici più comuni e la riparazione dovrà essere eseguita a titolo gratuito o a un prezzo ragionevole, ed entro un periodo di tempo ragionevole dal momento in cui il fabbricante prende fisicamente possesso del bene da parte del consumatore.
Quali beni saranno coinvolti?
Il bene richiamato nella direttiva è quello definito all'articolo 2, punto 5, della direttiva (UE) 2019/771, esclusi l’acqua, il gas e l'energia elettrica. È ricompreso, dunque, “qualsiasi bene mobile materiale” e “qualsiasi bene mobile materiale che incorpora o è interconnesso con un contenuto digitale o un servizio digitale in modo tale che la mancanza di detto contenuto digitale o servizio digitale impedirebbe lo svolgimento delle funzioni del bene”.
L'elenco delle categorie di prodotti coinvolti potrà in seguito essere ampliato. I consumatori potranno anche prendere in prestito un dispositivo mentre il loro è in riparazione o, in alternativa, optare per un apparecchio ricondizionato.
Informazioni sull’obbligo di riparazione
Il produttore dovrà informare, in modo chiaro, i consumatori sul diritto alla riparazione e sui servizi connessi.
Un modulo europeo di informazione (allegato alla stessa direttiva) sarà offerto ai consumatori per aiutarli a valutare e confrontare i servizi di riparazione (specificando la natura del difetto, il prezzo e la durata della riparazione).
Piattaforma europea per la riparazione
È prevista l’istituzione di una piattaforma online europea per la riparazione per consentire ai consumatori di trovare riparatori e, se del caso, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di beni difettosi a fini di ricondizionamento o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair café (caffè delle riparazioni).
Il mercato della riparazione
Nell’ottica di riduzione dei costi nel mercato delle riparazioni, i produttori dovranno prevedere prezzi ragionevoli che non scoraggino l’accesso alle parti di ricambio impedendo, in tal modo, la riparazione. In senso analogo, non dovranno utilizzare clausole contrattuali o tecnologie basate su hardware o software che impediscano la riparazione. I produttori non potranno, poi, rifiutarsi di riparare i beni per il solo fatto che altri riparatori o altre persone hanno eseguito una riparazione precedente.
Strategie degli Stati membri volte a promuovere la riparazione
Gli Stati membri dovranno adottare almeno una misura volta a promuovere la riparazione. Tali misure potranno essere di natura finanziaria (buoni o fondi per le riparazioni, sostegno o creazione di piattaforme online locali o regionali per le riparazioni, organizzazione o finanziamento di programmi di formazione per acquisire competenze particolari in materia di riparazioni, misure fiscali) o non finanziaria (campagne di informazione, messa a disposizione di laboratori di riparazione o luoghi di riunione).
Ed ora?
La direttiva dovrà essere formalmente approvata anche dal Consiglio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Dopodiché gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.