È stata pubblicata la seconda relazione sullo stato del decennio digitale che fornisce una panoramica completa dei progressi compiuti nella ricerca di conseguire gli obiettivi e i traguardi digitali fissati per il 2030 dal programma strategico per il decennio digitale. Con comunicato stampa del 2 luglio 2024, pubblicato sul sito istituzionale, la Commissione Europea ha dato notizia della pubblicazione del report (qui è scaricabile il testo integrale ‘2030 Digital Decade’ – Report on the state of the digital decade 2024’). Il documento contiene, per la prima volta, l’analisi delle tabelle di marcia strategiche nazionali per il decennio digitale.
All’attuale ritmo di intervento degli Stati membri – si legge nella relazione - il tempo rimanente previsto per conseguire gli obiettivi è ben oltre il calendario concordato per il 2030. È pertanto fondamentale che gli Stati membri intensifichino il proprio contributo al conseguimento degli obiettivi e dei traguardi del decennio digitale con misure e politiche concrete, a partire dall’adeguamento delle rispettive tabelle di marcia.
Secondo il report, il 2023 e il 2024 sono stati anni spartiacque per la leadership dell'UE nell’era digitale e per il suo ruolo di autorità di regolamentazione di livello globale più audace che ha ispirato altre aree del mondo ad agire.
Tra le importanti novità normative vengono richiamati l’Artificial Intelligence Act (AI Act), il Data Act, l’European Health Data Space Regulation, e l’Interoperable Europe Act
L’UE, si ricorda, sta rafforzando la protezione contro i danni e la disinformazione online per uno spazio digitale più sicuro e trasparente, avviando indagini e richieste di informazioni per far rispettare la normativa sui servizi digitali.
Le grandi piattaforme online hanno già apportato modifiche per conformarsi alla legge sui mercati digitali (DMA), offrendo una scelta più ampia agli utenti dell’UE e garantendo mercati digitali equi.
Nonostante le significative iniziative intraprese a livello dell'UE, l’analisi dettagliata dei progressi compiuti in merito agli obiettivi e ai traguardi rivela due preoccupazioni significative: da un lato, progressi insufficienti nel conseguimento degli obiettivi e dei traguardi e, dall’altro, una significativa frammentazione tra gli Stati membri. Questo rende necessario porre in essere sforzi più significativi da parte degli Stati membri.
Nel report viene evidenziata la necessità di continuare a lavorare per mantenere una posizione di leadership nelle tecnologie digitali, in un momento in cui il potenziale del mercato unico (digitale) europeo risulta inutilizzato.
Inoltre, l’UE è lontana dal conseguire gli obiettivi di connettività fissati dal programma. Le reti in fibra ottica, fondamentali per fornire connettività Gigabit e consentire l’adozione di tecnologie all’avanguardia come l’IA o il cloud, raggiungerebbero solo il 64 % delle famiglie. Oggi le reti 5G di alta qualità raggiungerebbero solo il 50 % del territorio dell'UE e le loro prestazioni sarebbero ancora insufficienti per fornire servizi 5G avanzati.
Affinché la trasformazione digitale abbia successo, è essenziale che le persone rimangano coinvolte. È, dunque, opportuno intensificare la promozione e l’attuazione della dichiarazione sui diritti e principi digitali.
L’analisi evidenzia che c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere gli obiettivi del 2030 in materia di competenze digitali: basti pensare che solo il 55,6 % della popolazione dell'UE possiede almeno competenze digitali di base.
I progressi annuali conseguiti nel 2023 sono poi insufficienti, essendo tra 2,5 e 3 volte inferiori al tasso necessario per raggiungere gli obiettivi entro il 2030. La disponibilità di sistemi di identificazione elettronica, servizi pubblici digitali e accesso alle cartelle cliniche elettroniche è in aumento, ma ci sono ancora differenze significative tra i paesi.
Viene poi evidenziato che i rischi online sono in aumento e che la disinformazione è stata identificata come uno dei fattori più destabilizzanti. Il panorama della cibersicurezza dell'UE continua ad essere fortemente influenzato da eventi geopolitici, con attacchi informatici sempre più numerosi.
Il report indica altresì altre preoccupazioni. In particolare, la combinazione della notevole quantità di tempo trascorso online dai bambini con le sofisticate e invasive tecniche digitali utilizzate dagli inserzionisti, pone nuove sfide per la protezione dei bambini nello spazio online, compresi i rischi per la loro salute mentale o l’abuso di cibo, tabacco o alcol.
Un altro aspetto sottolineato è quello secondo il quale i grandi centri abitati spesso concentrano investimenti, capitale umano e infrastrutture digitali, mentre le piccole città, le zone remote e rurali faticano a stimolare l’attività economica e ad affrontare sfide demografiche.
Dallo studio si evince che il settore digitale rappresenta attualmente il 7-9% del consumo globale di elettricità, che si prevede salirà al 13% entro il 2030 a causa della crescente domanda di servizi Internet e IA a livello globale.
Tuttavia, nonostante la sua importanza per il raggiungimento di un’economia circolare, il riciclaggio dei dispositivi digitali è attualmente limitato. Eppure – si legge - il settore digitale ha il potenziale per ridurre le emissioni totali di gas serra del 15%-20% entro il 2030. Un risultato significativo nel 2023 è stato lo sviluppo e l'implementazione di una metodologia basata sulla scienza per misurare l'impatto ambientale netto delle soluzioni digitali, facilitata dalla European Green Digital Coalition.
Nelle conclusioni del report, gli Stati membri sono invitati a prendere atto dell'analisi contenuta nella relazione e a rivedere le raccomandazioni orizzontali e specifiche fornite negli allegati per allinearsi all'ambizione del programma strategico per il decennio digitale, prima del novembre 2024.
Come indicato nel programma, la Commissione monitorerà e valuterà l'attuazione di tali raccomandazioni e riferirà in merito ai progressi compiuti nella prossima relazione sullo stato del decennio digitale 2025.